Il Monferrato dei Castelli Bruciati

Il percorso escursionistico ha uno sviluppo totale superiore a 100 km, in gran parte su antiche strade bianche non asfaltate da fruire a piedi, in bicicletta e a cavallo. Una vasta area di notevole valenza paesaggistica, caratterizzata da morbide colline la cui poca antropizzazione ha consentito una rinaturalizzazione boschiva, che si alterna alle pregiate vigne. Attraversa undici Comuni monferrini collegandone i centri abitati più significativi, per vedere e anche percepire, gli odori delle stagioni e del lavoro dell’uomo che proprio qui sembra voglia ritornare agli antichi ritmi scanditi dal sole, dalla luna e dalle stagioni. Il paesaggio richiama alla mente avvenimenti memorabili, guerre e incursioni, per cui quasi ogni altura mostra il suo imponente castello e sono molte le case dei borghi che presentano ancora muri esterni fortificati. L’itinerario per il primo tratto per una lunghezza di circa 23 km si sviluppa quasi interamente all’interno delle aree boscate e collinari che caratterizzano la sponda sinistra della Valcerrina. Nel territorio del comune di Gabiano il paesaggio risulta più popolato con l’attraversamento di aree collinari coltivate a prato, vigneto e noccioleto per una lunghezza di circa 14 km, per poi tornare all’interno delle aree boscate che caratterizzano le colline che si affacciano sulla pianura vercellese regalando scorci di grande bellezza (circa 10 km). Giunti a Camino il percorso scende verso il Po e lo costeggia per 13 km lungo la sua sponda destra in un ambiente di grande pregio naturalistico e ambientale inserito all’interno dell’area naturale del parco del Po. Dal comune di Coniolo si ritorna verso la Valcerrina attraversando numerosi borghi collocati alla cima di dolci colline per portarsi dopo 31 km sulla sponda destra della Valcerrina. Il tratto successivo attraversa aree intatte, costituite dai fitti boschi che contraddistinguono le ripide colline tipiche di questa parte della Valcerrina, per tornare dopo circa 10 km al punto di partenza.

Vengono organizzate più manifestazioni durante l’anno (prevalentemente in primavera ed autunno), allo scopo di far conoscere questo territorio ricco di bellezze naturali ed artistiche che costituiscono il patrimonio dei Comuni interessati dall’evento, qui di seguito riportiamo le attività del turismo sportivo coinvolte:

Cammini Divini di Augusto Cavallo, Guida Escursionistica professionale e Istruttore di Nordic Walking SINW cell. 339 4188277 – e-mail: augusto.cavallo66@gmail.com

Centro Ippico ASD Occhio con Occhio (Bussetti Serena: Tecnico Fitetrec-Ante)

Fiab Monferrato Bike – e-mail: fiab.monferrato@gmail.com

Dall’ottobre 2020: 1a edizione UTCB Ultra Trail , 100km tutti d’un fiato, una proposta completa per soddisfare tutte le esigenze e le preparazioni degli sportivi e non. Le partenze scaglionate durante il mattino permetteranno di avviare gli atleti sui percorsi di 100km, 100km a staffetta, 40km, 18km, 10km non competitiva e 10km in tecnica Nordic Walking.

facebook: utcb-ultra trail dei castelli bruciati – email: info@utcastellibruciati.com

Qui di seguito qualche suggerimento per organizzare una buona permanenza nel territorio:

Per mangiare

Agriturismo La Cà Veja Cascina Francia Odalengo Grande dove possiamo assaporare le specialità culinarie della casa e trascorrere nelle camere della struttura una notte rilassante e ristoratrice.

Caffè Trattoria del Centro a Castel San Pietro di Camino, locale caratterizzato dalla forte tipicità della cucina (tel.0142 469113 dal mercoledì alla domenica su prenotazione).

Iron Cutter Camino, che offre l’ottimo connubio fra piatti della tradizione piemontese e quelli nazionali, dove a conclusione dell’intensa giornata potrete scegliere tra una vasta scelta di birre e, se a calendario, ascoltare musica dal vivo.

Ristorante La Lanterna Blu di Gaminella  per degustare il tradizionale fritto misto e altre specialità della casa,

Ristorante Albergo Italia pronto a servirvi specialità della cucina piemontese e grande varietà di piatti tipici monferrini, come agnolotti, fritto misto e torta di nocciole, accompagnati da ottimi vini della zona.

Ristorante del Commercio a Gabiano che offre una cucina caratterizzata da ricette tramandate dalla tradizione della famiglia Coggiola, gestori da tre generazioni. Il locale è dotato di un piccolo dehors esterno, ideale per gustare un piacevole aperitivo o per lasciare libero sfogo ai più piccoli.

Ristorante del Peso di Camino, per chi desidera assaggiare il famoso “fritto misto piemontese” e gli agnolotti rigorosamente fatti in casa

Ristorante San Candido di Murisengo, cucina tipica piemontese in veste familiare ricca di una vasta scelta fra antipasti stuzzicanti, gustosi primi (meritano una menzione gli gnocchi rigorosamente fatti in casa), carni scelte cucinate secondo la tradizione e dolci golosi.Ristorante Dubini di Mombello Monferrato ristorante che ripropone i piatti tipici monferrini.

Per dormire

Agriturismo Cà San Sebastiano Wine Restor & Spa Camino con possibilità di accesso alla Spa Acquavitae

Agriturismo Canonica di Corteranzo  Corteranzo di Murisengo per immergerci nella vita tranquilla della Canonica e dimenticare tutti i problemi e i pensieri quotidiani

B&B Casa Novecento Camino in camere dal nostalgico gusto “retrò”, per notti di charme cullati dalla natura

Cascina Montena a Zenevreto alla riscoperta della vita di cascina di una volta.

Holiday Home Camino Monferrato, case vacanza spaziose e arredate con gusto e raffinatezza, attrezzate con possibilità di piccole spa private e piscina.

Locanda dell’Arte a Solonghello perfetto connubio tra passato e presente, cullati dall’arte e dalla storia

L’Orto Fortunato a Luvara per estraniarsi dalla vita caotica di ogni giorno e immergersi nella natura e semplicità di un mondo magico.

La Cantinetta Resort di Mombello M.to degustazione e assaggi di vini di produzione propria e visita all’antica ghiacciaia.

Per degustare e fare acquisti

Agricola Dellavalle (su prenotazione). La grande cura di ogni aspetto del processo produttivo, dal vigneto alla bottiglia, il rispetto del territorio con l’obiettivo di conservare intatte nel vino le caratteristiche originarie dell’uva, permette ai produttori di ottenere grandi vini, dalla spiccata personalità, piacevoli ed equilibrati.

Azienda Agricola Isabella , coltivazione biologica e l’amore e la passione del produrre vino, valori ed emozioni inscindibili dalla vita stessa  Tutti i giorni su prenotazione sono possibili degustazioni e visite guidate

Azienda Agricola Roberto Melotti a Pozzengo tel.0142 944209 cell.340 8577506 Visita e degustazione su prenotazione

Dolcezza in Monferrato di Marco Bianco a Camino, frazione Rocca delle Donne, produzione del miele e produzione delle nocciole.

Cantina Massa Sergio a Gaminella tel.0142 944162 cell.338 8873769 Vini tradizionali del territorio con ottimo rapporto qualità-prezzo

Cascina Iuli di Montaldo – vini che si bevono con facilità, non banali, possibilmente eleganti, freschi, dinamici e croccanti, vini conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo

Azienda Agricola Modina di Cerrina tel.347 106 0834 – burro, formaggi e salumi. Tutta produzione propria, in quanto hanno un allevamento di mucche nella zona alta del paese

Mulino Marello  , eccellenza del territorio per la produzione di materie prime potrete acquistare farine macinate a pietra. I proprietari hanno scelto di occuparsi esclusivamente di cereali senza glutine, rivolgendosi a quanti soffrono di questa intolleranza e di celiachia.Macelleria Biglia di Cerrina Tel.0142 943462 – carni scelte e salumi

Panificio Arrodetti Alessandro di Cerrina tel.339 541 4293 – produzione pane a pasta dura con la famosa forma “Monferrina”, grissini stirati a mano, torte di nocciole, “brut e bun”. In occasione delle feste rituali: panettoni, focaccia della Befana, colombe e uova pasquali.

Pantalonificio Durio di Cerrina – produzione artigianale italiana pantaloni

Pietrantica di Paolo Virano a Gaminella curiosità, materiali e oggetti antichi della nostra tradizione e non.

Alimentari Rita Caramellino a Gaminella tel.0142 944121 carni scelte della migliore qualità.

Qualche cenno storico e curiosità per presentare i Comuni Monferrini che incontriamo sul percorso:

La denominazione Castelli Bruciati fa riferimento al fatto che alcuni di questi manieri sono accomunati da incendi avvenuti all’epoca e per opera dell’Imperatore Federico I detto il Barbarossa. Nell’ambito delle guerre in Italia, Federico Barbarossa, ostinato a sottomettere i comuni dell’Italia settentrionale all’autorità imperiale tentò più volte di conquistarli, spesso mettendoli l’uno contro l’altro e devastando, saccheggiando e distruggendo i paesi per mezzo del fuoco e delle armi.

Comuni Monferrini

Comune di Camino

Camino è un paese immerso nel verde e con un panorama suggestivo, ideale se si decide di trascorre una vacanza in pieno relax. Il toponimo più intrigante è sicuramente Caminus da “camo”, fornace, perchè qui si fondeva il minerale da cui si estraeva l’oro, ricercato nelle aree vicine all’abbazia di Lucedio. L’imponente Castello, eretto intorno al Mille dai primi marchesi aleramici a difesa delle pianure solcate dal Po e dallo Stura appartenne dal Secolo XIV fino al 1948 ai marchesi Scarampi di Villanova (ricchi banchieri astigiani), ai quali è indissolubilmente legata la storia di Camino. Nel 1434 venne cinto d’assedio per mano del governatore di Casale Monferrato, deciso a punirne l’arroganza e i frequenti atti di prepotenza a danno dei feudi limitrofi. Neppure la richiesta di grazia inoltrata dalla moglie di Scarampo sortì effetti, l’uomo venne decapitato e la moglie si suicidò gettandosi dagli spalti. Si narra che il fantasma di Camilla si aggirerebbe ancora sulla torre merlata accompagnato da quello senza testa del marito. Ancora nel 1631 venne saccheggiato e in parte incendiato dai francesi, i quali furono scacciati dopo pochi giorni dai piemontesi, aiutati dalle truppe spagnole. Nonostante un radicale intervento compiuto nell’ottocento il castello mantiene ancora parti originali, come il quattrocentesco cortile e la cappella tardo gotica. Dalla poderosa altissima torre quadrangolare si gode un vastissimo panorama sul Monferrato e sulla valle del Po, fino alla cerchia delle Alpi. La visita è su prenotazione.

Comune di Castelletto Merli

L’antico insediamento sorse lungo un’importante strada romana. Il toponimo Castelletto rimanda alla posizione strategica del luogo, che ebbe una piccola fortificazione in età medioevale che inglobò gli insediamenti germanici sotto la propria giurisdizione. Merli è il cognome della storica famiglia, originaria di San Salvatore Monferrato, che dominò il paese dalla fine del XIII secolo. Il borgo si estende, con andamento lineare lungo la strada paese, sulla dorsale ai piedi dell’antica rocca, oggi recuperata come sito panoramico. Il paese è suddiviso in dodici borgate, un tempo chiamate Cantoni, sparse sulle colline del vasto territorio del Comune. In molte di esse i luoghi di maggior interesse storico e artistico sono quelli legati alla religiosità. A nord ovest dell’abitato, su di una altissima collina, è situato il Castello dei Merli, conosciuto come palazzo Bertorelli, ormai diroccato. Dell’antica costruzione medioevale composta dalla casa signorile, dalla chiesa di San Nicolao, dai forni, fienili e stalle e dalle mura non rimangono che poche tracce.

Comune di Cerrina

Secondo alcuni il nome di Cerrina deriva dal latino cerrus, inteso come luogo ricco di cerri, ma tale tesi è incerta. Il territorio del comune appartenne dal 706 ai vasti possedimenti dell’Abbazia di Santa Maria di Lucedio, quindi all’Episcopato di Vercelli, successivamente al Marchesato del Monferrato e solamente dal 1793 fu annesso ai domini Sabaudi. Originariamente, Cerrina era uno dei cantoni della vicina Mombello, dalla quale si separò nel 1500 iniziando progressivamente ad attrarre abitanti dalle località vicine. La sicurezza dell’abitato venne garantita dalla costruzione di una casaforte, che si trova tuttora in centro paese, a pochi passi dal Municipio e che è stata interamente ristrutturata. Oggi, Cerrina Valle è importante sede di commerci e servizi e la domenica mattina ospita un frequentato mercato. In posizione molto panoramica, il castello di Montalero si trova al centro di un antico parco. Il castello che oggi è una struttura massiccia, nella quale si intuiscono i numerosi interventi di adattamento effettuati, risale all’anno Mille. In passato legato alla corte dei Savoia, attualmente di proprietà privata, il maniero è stato in passato anche galleria di antiquariato e ristorante.

Comune di Coniolo  

Coniolo, le cui bellissime colline sono state espressamente menzionate nel libro “Il mestiere di vivere” di Cesare Pavese. Coniolo, il paese che visse due volte, del quale scoprirne un pezzetto di storia, partendo dal Museo Etnografico delle Miniere (gestito da volontari, le visite sono su prenotazione: Nadia cell.333 3151945, Fiorenzo cell.335 6479198). Un museo multimediale che rivela la vicenda straordinaria di Coniolo Basso Antico, abbandonato un secolo fa a causa delle azioni selvagge legate all’attività estrattiva della marna, che ha la capacità di far rivivere ai visitatori il duro lavoro in miniera di uomini e donne, ma anche dei bambini che, da nove a tredici anni, potevano già diventare minatori. Coniolo è probabilmente uno dei paesi più romantici al mondo, infatti al belvedere è stata installata una vetrinetta con all’interno delle rose, i fiori sono a disposizione di tutti, unica raccomandazione: “Aprire solo in caso di vero amore”.

Comune di Gabiano

Gabiano è situato sulla sponda destra del fiume Po e si concentra su un’altura attorno al castello che, dal versante interno del colle, domina tutto l’abitato del capoluogo. A parere di molti storici nacque da un abitato rurale romano, ma con la caduta dell’Impero Romano il territorio fu soggetto a progressive penetrazioni di nuclei di stirpe germanica, in particolare longobarda, che lasciarono traccia della loro presenza nel suffisso “engo”, che significa comunità, presente nel nome di varie frazioni di Gabiano. Il Castello, di antica costruzione, fu più volte occupato durante le guerre seicentesche, danneggiato e dato alle fiamme. Nel tragico 1628, di manzoniana memoria, Gabiano fu espugnata dalle truppe sabaude, quando il Monferrato era campo di battaglia tra Francesi, Spagnoli e Savoia per la successione del Ducato. Dopo la trasformazione settecentesca in residenza di campagna, venne sottoposto nei primi decenni del Novecento ad un radicale restauro. Fu inaugurato nel 1935 alla presenza della regina Elena di Savoia, di cui la marchesa era dama di corte. Splendido il parco con un labirinto di siepi di bosso.

Comune di Mombello

Una “collina da cui si gode un bel panorama” così si è sempre basata l’interpretazione del toponimo di Mombello, piuttosto che una derivazione da “monte della guerra” (montisbellis) ricordando lo scontro avvenuto nel 1172 tra il Marchese Guglielmo IV contro le truppe astigiane e alessandrine. La storiografia ha avanzato sotto vari profili l’ipotesi che l’odierno territorio di Mombello Monferrato sia stato, a partire almeno dall’età romana, un fulcro di flussi di comunicazione ad ampio raggio. Ubicato in posizione dominante su una delle innervazioni dei percorsi romani che univano Asti e Trino lungo una direttrice nordsud, il territorio, grazie alla sua apertura sulla valle del torrente Stura, era ugualmente aperto sul lato destro della strada romana collinare che univa Torino a Valenza attraverso «Industria» (Monteu da Po) e «Vardacate» (Casale). È assai probabile che i marchesi del Monferrato, a partire almeno dall’epoca dei conflitti con il comune di Vercelli nel corso del secolo XIII, abbiano istituito su Mombello una forma di controllo particolarmente stretto concedendo agli abitanti l’esazione dei pedaggi per tutte le merci che transitavano sul territorio. Una delle poche testimonianze del passato medievale di Mombello, un comune demaniale sottoposto direttamente al marchese di Monferrato, è data dalla rilevazione dei resti di un Pretorio. Si tratta dell’antico palazzo del podestà, dove si amministrava la giustizia, con la corte, il forno e i giardini presso le mura. Sorge a fianco di palazzo Tornielli, splendida dimora barocca appartenente alla nobile famiglia di Ozzano che esercitava la signoria di Rosignano e Terruggia. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento fu acquistata dalla famiglia Tornielli, il palazzo fu interamente restaurato e arredato con mobili d’epoca.

Comune di Moncestino

L’abitato si concentra su di un’altura, attorno alla parrocchia. E’ situato sulla destra del fiume Po. Dopo una feroce battaglia, nel 101 a.C. i Romani indussero i Cesti (popolazioni celto-galliche) ad abbandonare l’insediamento nella fertile pianura del Po per cercare rifugio sulla collina antistante, dove si insediarono stabilmente e da allora la collina fu genericamente chiamata Mons Cestini (Monte dei Cestini), origine dell’odierno Moncestino. Successivamente il territorio fu teatro di aspre conteste ed abitato quindi in successione da Liguri, Romani, Longobardi e Saraceni. I Conti di Miroglio nel 1245 ottengono la proprietà dal Marchese del Monferrato con l’obbligo di “incastellare” il monte per la sorveglianza sul Po. Sul sagrato della Chiesa parrocchiale emerge l’arco barocco con dietro il verde parco della villa-castello che fu dei Miroglio. L’attuale costruzione nobiliare sorge sulle rovine dell’antico Castello di Moncestino, costruito dai Miroglio subito dopo l’investitura ed è stata chiusa al pubblico quando successivamente venne ampliata la chiesa parrocchiale. Molte famiglie nobili si succedettero dopo l’estinzione dei Miroglio avvenuta nel 1790, e molti furono anche gli invasori che in epoche diverse saccheggiarono il borgo: francesi, spagnoli, tedeschi. Durante la seconda guerra mondiale il paese, di poche centinaia di abitanti, ha pagato duramente l’appoggio dato alla resistenza e che ripetutamente, nei venti mesi della lotta armata partigiana, si è visto invadere dai nazifascisti e mettere a ferro e fuoco.

Comune di Odalengo Grande

Odalengo Grande è arroccato sul colle attorno al castello di cui non resta che una torretta. In origine esisteva un ricetto, con case e orti, delimitato dai propri bastioni e relative fortificazioni consistenti in muri di difesa e varie opere militari che lo circondavano. I primi nuclei abitativi risalgono all’epoca romana, in seguito i longobardi seguendo il corso del Po e del Tanaro ne occuparono le terre, costretti ad insediarsi in zone fortificate che permettessero un buon controllo del territorio. Dalla classe nobiliare di costoro, gli “adelingi” deriva il nome del comune. Appartenne ai Marchesi del Monferrato, dei quali ne seguì le sorti. Dell’antica chiesa di Montalero resta il campanile romanico (torre di San Quirico).

I Marchesi Gozani furono gli ultimi possessori di questo feudo e nonostante vi abbiano dimorato poco hanno lasciato numerose testimonianze del loro forte legame con Odalengo Grande; la più importante delle quali è senza dubbio la chiesa di S.Vittore e Quirico fatta erigere nel capoluogo nel 1786 a spese di Luigi Gozani su disegno del Magnocavallo.

Comune di Pontestura

Pontestura vanta origini antichissime, luogo come sede naturale del passaggio fluviale da almeno tremila anni, il suo nome pare derivi da Pont Sturae, facendo riferimento al traghetto galleggiante sul Po o, come vuole la leggenda, da Pons Turris, mitico ponte turrito di epoca celto gallica, sul quale si vuole sia transitato Annibale con i suoi elefanti nel 218 A.C. Il castello di Pontestura per alcuni periodi divenne la sede della corte itinerante dei marchesi Paleologi, poi degli Scarampi di Asti, e carcere dove fu tenuto prigioniero Ludovico il Moro. Analisi storiche recenti hanno rievocato le vicende della definitiva demolizione del castello, con la torre già abbattuta nel 1798, e le trattative per l’acquisto dei ruderi da parte dell’amministrazione comunale del tempo con la loro successiva vendita a privati, avvenuta a partire dal 1861 (anno dell’unità d’Italia). Il casamento del castello, poi distrutto, sorgeva dove oggi è Piazza Castello. Un ampio prato verde, circondato da una duplice fila di alberi è tutto ciò che ne rimane, luogo che costituisce oggi uno dei principali punti di incontro per gli abitanti gente del paese.

Comune di Solonghello

Piccolo centro a ridosso delle colline del Monferrato, le prime notizie relative alla presenza di un comune risalgono al 1016, anno in cui alcune famiglie si ribellarono alla chiesa di Vercelli e si riunirono nella zona. Il toponimo è probabilmente di origine Germanica e si presume possa significare: piccolo territorio appartenente ad un condottiere di nome Swala. Le vicende storiche del borgo e del castello sono legate a quelle del territorio del Monferrato, soggetto a lotte per il dominio e costretto a subire angherie di francesi e spagnoli per giungere poi, dopo secoli, a far parte del ducato Sabaudo. Il castello domina il centro abitato che digrada verso lo Stura. L’antica rocca fu eretta nel XII Secolo da un vassallo dei marchesi del Monferrato. Nel 1522 vennero ospitati nel castello vari nobili casalesi che cercavano riparo alla violenta infezione di peste che mieteva molte vittime a Casale. Il castello fu abitato ancora dopo la Seconda Guerra Mondiale dai conti Caetani – Lorenzon di Treviso che gestivano una fiorente azienda agricola dipendente dal castello.

Comune di Villamiroglio

Un paese caratterizzato da numerose borgate con la frazione di Vallegioliti che si sviluppa in un contesto di colline, boschi, sentieri e campi coltivati. Le origini di Villamiroglio sono risalenti ad insediamenti Longobardi della metà dell’VIII secolo. L’abitato prese il nome della famiglia fondatrice, la casata dei Miroglio, successivamente si sottomise ai Marchesi del Monferrato, ma in seguito al Trattato di Utrecht, nel 1713, il territorio entrò a far parte dei Domini Sabaudi. Sulle pendici del “Bricco Castello” al disopra della borgata di “case Alemanno” tra la folta vegetazione si mostrano vetuste rovine di muri in pietra su fondamenta tufacee, e un cantone in mattoni con piccole feritoie quadrate, indicando la presenza di un maniero appartenuto ai nobili Miroglio, che si presume dolosamente incendiato nel ‘400.

ITALIANO – Il Monferrato dei Castelli Bruciati

ENGLISH- The Monferrato of Burnt Castles

FRENCH- Le Monferrato des châteaux brûlés

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